“The Human Show”, intervista alla scrittrice Maggie S. Lorelli
Oggi vi parliamo della scrittrice Maggie S. Lorelli che ha recentemente pubblicato “The Human Show” il nuovo romanzo edito da Castelvecchi, disponibile in libreria e negli store digitali. Abbiamo intervistato l’autrice per conoscerla meglio e scoprire i suoi prossimi progetti.
Grazie Maggie per aver accettato di rispondere ad alcune domande per i nostri lettori. Come è nato il tuo amore per i libri? Cosa ti ha spinto a diventare una scrittrice?
Sono sempre stata una forte lettrice, sin da piccola, ho divorato buona parte dei classici… Sono imbevuta sino al midollo di parole, quindi l’espressione verbale è la forma di comunicazione che mi è più congeniale. Inoltre la scrittura è per me catartica: mi permette di chiarire e fissare le mie idee. Immortalarle, in qualche modo. I libri che scrivo mi sopravviveranno, li considero la mia traccia nel mondo, la mia consegna ai posteri, fossero anche pochi. Se qualcuno mi leggerà dopo di me, significa che mi sarò sopravvissuta. Scrivere è un modo per prolungarsi la vita”.
Parliamo del tuo nuovo romanzo dal titolo “The Human Show”. Come è nata l’idea di scriverlo?
Avevo necessità di riflettere e di offrire personali spunti di riflessione su una fase di transizione che l’essere umano sta vivendo, nella migrazione in una dimensione virtuale che ci snatura sempre di più. Viviamo in una realtà fortemente manipolatoria, e la manipolazione è amplificata dalla rete. Il mio romanzo è una sorta di allegoria sociale apparentemente futurista, che invita a riflettere sull’esasperazione di alcune tendenze cui ci inducono i social network, come l’edonismo sfrenato o l’idealizzazione della realtà che ci conduce all’astrazione e all’alienazione nella nostra vita quotidiana. C’è anche una storia d’amore. Può l’amore essere una forza di contrasto all’egoismo imperante? È la domanda che rivolgo idealmente ai lettori…
Qual è stato il punto di partenza nel processo di scrittura?
Il processo di scrittura è durato ben tre anni. Dapprima ho elaborato uno schema, l’ossatura della trama. Avevo chiari fin dall’inizio gli snodi della storia e i personaggi, coi quali avevo familiarizzato dapprima nella mia mente, dando loro un’identità. In maniera quasi inconscia si sono dotati pian piano di una personalità autonoma. Dopo di che è stato un processo lento ma metodico. Mi occupavo di tante cose, ma dovevo scrivere il libro, era il mio must e l’ho portato avanti con costanza.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “The Human Show”, quali useresti?
Accurato. Sferzante. Esplosivo.
Quali consigli daresti a un giovane che voglia intraprendere la tua strada?
Io sono una docente, una musicista e una giornalista, oltre che scrittrice. I consigli non possono essere che quelli di studiare, informarsi costantemente e autonomamente, riflettere, essere controcorrente e lavorare sodo. Ma, sopra ogni cosa, seguire il proprio istinto e le proprie passioni autentiche.
Stai già lavorando a un nuovo romanzo?
Sì, ci sto già lavorando, innanzitutto perché è un’esigenza profonda, ma anche perché è bellissimo ciò che sto vivendo con THS [The Human Show]: nelle presentazioni ho modo di discutere con tante persone di temi che il libro solleva, e che interessano tutti noi. Ad ogni presentazione addirittura le persone sollevano la mano perché sentono l’esigenza di intervenire nel dibattito! Questo mi incoraggia a continuare ad esprimermi per poter anche in futuro continuare a confrontarmi con i lettori.